Un'oasi di fraternità con il fotografo Enrico Genovesi
Un lavoro a lungo termine realizzato nel corso di circa quattro anni.
Dai termini greci nomos e adelphia, che significa: “Dove la fraternità è legge”.
Nomadelfia è un popolo comunitario, più che una comunità, ed è situato vicino alla città di Grosseto in Toscana (Italia). Un piccolo popolo con una sua Costituzione che si basa sul Vangelo. Fondata nel 1948 nell’ex campo di concentramento di Fossoli da Don Zeno Saltini, il suo scopo: dare un papà e una mamma ai bambini abbandonati.
Nomadelfia ha una sua storia, una sua cultura, una sua legge, un suo linguaggio, un suo costume di vita, una sua tradizione. E’ una popolazione con tutte le componenti: uomini, donne, sacerdoti, famiglie, figli. Per lo Stato è un’associazione civile organizzata sotto forma di cooperativa di lavoro, per la Chiesa è una parrocchia e un’associazione privata tra fedeli.
In Nomadelfia tutti i beni sono in comune. Le risorse economiche provengono dal lavoro, dai contributi assistenziali per i figli accolti, e dalla provvidenza, specialmente attraverso le attività di apostolato: stampa, serate, incontri.
Nello spirito dei consigli evangelici la popolazione di Nomadelfia conduce una vita caratterizzata da “sobrietà” cioè secondo le vere esigenze umane. In Nomadelfia non circolano soldi. Non ci sono negozi ma soltanto magazzini. I generi alimentari vengono distribuiti ai gruppi familiari in proporzione al numero delle persone e secondo le necessità dei singoli. Anche per i vestiti i nomadelfi attingono dal magazzino, nei limiti delle reali necessità.