Fotografare nella nebbia è molto diverso rispetto a fotografare in qualunque altra condizione: le scene non sono per nulla chiare e definite. Spesso sono inoltre prive di contrasto e di saturazione del colore, nonché la luminosità della scena intera è molto bassa.
Ad essere differente è anche la sorgente di luce: possiamo paragonare la nebbia ad un softbox dove la luce viene proiettata in maniera diffusa piuttosto che da una ben determinata fonte. Questo ovviamente incide drasticamente sull’intensità luminosa, sulle ombre e di conseguenza sulla profondità dello scatto.
Cosa c’entra la nebbia? Alida, ci dice il narratore, è come avvolta dalla nebbia, uno stato mentale, prima di tutto, una forma di smarrimento, per cui “quello che le succedeva di giorno aveva l’aria di un sogno di notte”. Anche nei suoi sogni c’è la nebbia. Ogni notte Alida sognava di perdersi per corridoi pieni di nebbia. Questa “veniva giù come una polvere biancastra che bloccava tutte le uscite”.
Un racconto di Gianni Celati che s’intitola Nella nebbia e nel sonno, pubblicato in Cinema naturale (Feltrinelli), un libro del 2001.